23 settembre 2008

Death Magnetic: impressioni


Ho messo le mani sul nuovo album dei Metallica poco dopo l'uscita ufficiale, ma mio malgrado devo dire che non è stato tutto 'sto grande affare. (liberi di pensare che l'abbia comprato :P )
Il primo ascolto è stato con due amici nel mio terrazzo, in compagnia di qualche birra e patatine, quindi buone premesse. Tuttavia per tutta l'ora e 14 minuti dell'album, ci sono stati numerosi casi di sguardi schifati fra uno e l'altro e fra tutti e tre insieme, intervallati a tentativi di indovinare da quale altro pezzo prendesse quello che veniva diffuso dallo stereo.

Ci tengo a precisare che ci sono stati autentici rantoli di dolore o di insofferenza quando la canzone durava troppo, ovvero sempre, e che siamo stati costretti a stoppare l'ultimo pezzo, per poterci rifare le orecchie con Coito Ergo Sum dei Prophilax.

Mi direte: "Ammazza che stronzi"; forse, sta di fatto che così è stato e che volevo riportarlo.

Passando al sodo,
visto che non godo di una sufficiente concentrazione e pazienza per compiere un'analisi pezzo per pezzo come ho fatto per aMoLaD, butterò giù qualche commento sintetico.

L'album è pieno zeppo di citazioni degli stessi Metallica dei vecchi tempi (ci mancava solo che citassero St.Anger), specialmente da Ride the Lightning e Black Album, altre volte di altri gruppi.
C'è da dire che anche se avessero citato St.Anger non sarei stato capace di riconoscerlo perché in totale l'avrò ascoltato per venti-trenta secondi, dove l'ascolto più prolungato è stato di Frantic e del pezzo 'leader'.

In ogni caso, dove mancano le citazioni si trovano troppo spesso rullate di batteria sinceramente ad minchiam canibus e qualche fraseggio di chitarra di Hammett (che comunque è Hammett, e che cazzo) che poteva anche essere gradevole.
Dove l'ensemble suona anche bene, la sensazione piacevole dura fino a quando non viene brutalmente interrotta da una botta di matto di Ulrich o da un rutto alla Umberto Bossi di Hetfield. Come ho accennato nell'introduzione, i pezzi sono davvero troppo lunghi, come se i Metallica si fossero dimenticati quale sia la lunghezza appropriata per un pezzo o che abbiano gradito e voluto imitare qualche 'pezzo' di Richard Benson. Personalmente, sono arrivato realmente ad odiare alcune tracce al sesto minuto e a controllare angosciosamente il timer dello stereo.

Il tentativo di una ballade proposto con la numero 04, The day that never comes, nella mia modesta opinione in parte fallisce dando un'impressione troppo forte di star sentendo Garage Inc.. Nonostante questo è uno dei pezzi più gradevoli, ma che comunque verso il quinto minuto finisce con lo scadere in un cazzeggio acustico.

All Nightmare Long comincia bene, razzola malissimo. Per intenderci, andava bene per i primi trenta secondi, poi a quanto pare hanno finito le idee e hanno cominciato a fare bordello. Ho tossito un po' di patatine quando ha attaccato la voce.

E, magari non sarà al livello del pentolame di St.Anger, ma la batteria a un certo punto arriva a essere odiosa per ripetitività, ossessività, e non so che altro. Ulrich sarà un gran bravo ragazzo, ma... ora più che mai mi sembra il punto debole della formazione da vent'anni a questa parte. Si è messo in testa di saper fare una cosa e ciò che ora come ora fa è fare un copia incolla ritmico.


Per ora, cataphractos chiude e vi saluta, mettendo nella playlist Coito Ergo Sum, ormai innalzato al rango di sana-orecchie.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come al solito sono d'accordo... all'inizio pensavo spaccasse... invece riascoltandolo nn mi è piaciuto e ho tenuto un paio di canzoni sull'iphone tanto x vedere se riescono a piacermi un po di più.

Marco Calvani ha detto...

Trattatemi bene il Terrazzo!!!